SALERNO. Troppo spesso sono emarginati. E nessuno si ricorda di loro, nemmeno quando si discute sulla riqualificazione degli immobili comunali. Perché le persone autistiche o con la sindrome di down sembrano appartenere fin troppo spesso ad un mondo parallelo, un microcosmo messo ai margini dalla cosiddetta società civile, soprattutto a Salerno dove a volte sembrano essere dei fantasmi. Tant'è che alle scorse elezioni comunali, proprio per puntare, almeno per un mese, i riflettori sui disagi e sui problemi di chi è più sfortunato, si presentò ai nastri di partenza una lista con tutti genitori di ragazzi autistici.
Proprio per far diradare questa nebbia che diventa sempre più fitta e sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni, Patrizia Spinelli , segretaria generale della Feneal Uil salernitana, lancia una proposta: riconvertire in città almeno un immobile proprio allo scopo di creare uno spazio di aggregazione per persone con l'autismo e la sindrome di Down. «Nessuno ha mai parlato - dice sconsolata la sindacalista delle fasce deboli, che sono un patrimonio di noi tutti e devono essere assolutamente tutelati. Ragazzi che hanno tanto da dare ma che purtroppo attualmente, una volta terminata l'attività scolastica, non hanno nulla da fare. E che, completato il ciclo scolastico, restano a casa dimenticati. Solo chi riesce ad avere una famiglia benestante può avere qualche alternativa, sennò il loro destino è quello di poltrire, senza nessun futuro».
Patrizia Spinelli, purtroppo, fotografa la nuda e cruda realtà salernitana, mettendo in evidenza come in città non esista nessuno spazio pubblico dedicato a chi è in difficoltà. E, proprio per fare in modo di invertire la tendenza e far diventare Salerno il punto di riferimento del Sud Italia nella battaglia al fianco di chi è autistico e affetto dalla sindrome di Down, chiede ai politici di attivarsi per realizzare quello che potrebbe anche sembrare un sogno.
Tenuto peraltro conto che in altre città d'Italia sono stati già realizzati progetti di questo tipo. «A Varese, solo per fare qualche esempio - rimarca ancora Spinelli - hanno realizzato quattro appartamenti didattici, pensati per osservarne i comportamenti quotidiani attraverso un sistema audio e video, così da poter intervenire per spezzare i comportamenti disadattivi. A Godega Sant'Urbano, un comune in provincia di Treviso, c'è il villaggio "Godega 4Autism", primo esempio europeo di cohousing per autismo, un modello unico di sostegno e partecipazione, che integra le strutture residenziali a quelle lavorative e di produzione artigianale». (g.d.s.)